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Prima il caos, poi la chiusura del sito

Da qualche ora, sul sito Inps, è possibile – per chi ha una partita Iva – la registrazione per usufruire del bonus una tantum di 600 euro. In realtà è impossibile collegarsi al portale e se si riesce ad accedere con il proprio codice ci si trova nel profilo di un altro utente (con buona pace della privacy). Così si è costretti a ripartire con poche speranze di raggiungere l’obiettivo.

Principe: “Procedura inutilmente macchinosa e inefficace”

“Il Bonus l’hanno fatto partire il primo aprile. – introduce Vittorio Principe, presidente di Confcommercio Cremona – Quasi come se si trattasse di uno scherzo annunciato, invece è una realtà drammatica che interessa tantissime imprese. Che poi significa altrettante persone e famiglie. Viene spontaneo chiedersi perché, neppure in una situazione così drammatica, la “burocrazia” non riesce ad allentare le maglie. Come Confcommercio esprimiamo la nostra rabbia per una situazione paradossale. E dire che c’è anche chi aveva ipotizzato il click day. Come dimostra anche questa giornata il nostro è un paese che vive sotto il ricatto della burocrazia, di Istituzioni lontane dalla vita reale del Paese. Non sarebbe stato più semplice, visto che ormai tutti i dati sono registrati sul portale Inps, (anche grazie a fatture elettroniche e pagamenti li fatti con bonifici bancari) procedere automaticamente con il versamento del “bonus”? Invece così si rende questo contributo ancora più simile ad un’elemosina, dimenticando che chi oggi deve restare chiuso (con zero entrate ma tante spese) è chi, ogni giorno, lavora e versa contributi per far funzionare l’Italia”.

Regina: “Così si allarga il fossato tra vita reale e Istituzioni”

“Mai come in questo caso la parola “semplificazione”, sbandierata da anni da chiunque si sia succeduta al Governo, è logora e priva di significati. – afferma Paolo Regina, segretario generale di Confcommercio Cremona – E’ rimasta un’enunciazione programmatica, priva di contenuti veri, fino ad essere un indicatore capace di misurare l’impotenza decisionale del Paese, il livello della (sua) malattia politica e civile e, di conseguenza, le (sue) difficoltà a crescere. In questa situazione drammatica occorrerebbe sentire la vicinanza delle istituzioni. Invece anche questa emergenza sta allargando in modo non recuperabile il fossato tra chi porta avanti il Paese e chi lo governa. Basti pensare, per rimanere nella situazione di oggi, a quante regole occorre osservare per la privacy, alla burocrazia e ai documenti che su questo tema deve predisporre ogni azienda. E poi, l’Inps, uno dei cardini del sistema permette che ci si trovi nella anagrafica di altri cittadini, magari anche con la possibilità di accedere a dati sensibili e di modificarli”.

“Per ripartire serve semplificare una burocrazia che oggi opprime e frena le imprese”

“Ora, e soprattutto nei prossimi mesi, – conclude Regina – le imprese non potranno sopportare il peso della burocrazia. Serviranno strumenti agili per ripartire. Si sfrutti, anche nelle Istituzioni, questa emergenza drammatica, per abbattere il muro culturale che sta impantanando questo Paese. Si accetti la sfida ma poi si abbia il coraggio di arrivare alla prova dei fatti. Gli uomini della “manomorta” dello Stato centrale (e locale) dimostrino di essere lungimiranti, rinuncino ad essere sempre in cattedra e autoreferenziali, si rendano conto che questa burocrazia e la miopia nel guardare al futuro rischiano di soffocare le imprese e tutta la nostra Italia”.

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