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Presentazione del “Piano Lombardia”: l’intervento del presidente Badioni di fronte al Governatore Fontana e all’Assessore Guidesi
Egregio Governatore, Egregio Assessore, grazie per la Sua presenza qui a Cremona. Ci onoriamo della vostra visita che –traducendo impegni concreti – è importante e significativa. Premetto una riflessione su questi mesi. La ringrazio – a nome di Confcommercio Cremona – per l’impegno di Regione Lombardia. Faccio riferimento ai tanti bandi che hanno erogato risorse, così come ad un contributo realizzato con la filosofia dei ristori che solo la Lombardia – unica Regione in Italia – ha riconosciuto alle attività più penalizzate. Penso all’attenzione particolare per le micro imprese, traducendo in azioni concrete la consapevolezza che sono quelle esposte a maggiore fragilità.
Fatti sforzi significativi. Sforzo collettivo per ripartire
Sono stati fatti sforzi significativi ma altrettanti ne servono per la ripartenza. Non rinuncio all’ottimismo. Gli ingenti investimenti sul territorio che presenta oggi danno forza a questo sentimento. Serve uno sforzo collettivo, guidato da responsabilità e consapevolezza. Abbiamo vissuto momenti difficili, altri non più facili ci attendono. Lo dico con attenzione al nostro settore, quello del commercio, turismo e servizi, che rischia di essere il più penalizzato dalla pandemia. Siamo preoccupati per i consumi, il lavoro e la occupazione. Chiediamo un nuovo modo di guardare alla sfida della ripresa, ponendo al centro del progetto di politica economica del Paese le sue vere, grandi risorse: l’impresa diffusa e il territorio. Lo facciamo animati dalla certezza – come Confcommercio – di voler contribuire a dare alla Lombardia e, più ingenerale, al Paese certezza e fiducia. Oggi siamo qui a garantire che noi, con il nostro lavoro e il nostro impegno, ci saremo sempre, per assicurare lavoro e occupazione, offrire servizi e rendere migliore la qualità della vita nei nostri Comuni.
Rimettere al centro dello sviluppo la pmi
Capire la posta in gioco significa valutare il peso del nostro contributo. Non è una sfida solo economica. Questa emergenza, che ci ha cambiato in profondità, rischia di rivoluzionare definitivamente il volto delle nostre città e le nostre relazioni con il tessuto urbano.
Il comparto del terziario chiede che si creda in lui. E lo si può fare continuando a lavorare – oltre che sui grandi progetti che presentate oggi – sui distretti, urbani e diffusi, su un piano vero di rigenerazione urbana, intervenendo sulle infrastrutture e sulla conoscenza, sostenendo innovazione e digitalizzazione, valorizzando le città e il turismo. Spingendo, insomma su tutte le leve che abbiamo. Ed evitando che, in una competizione tra territori, siano sempre i più deboli a soccombere. Troppe volte è successo anche a Cremona. Un territorio che rivendica uguale dignità ad ogni altra provincia Lombarda. E su questi rapporti Lei e il suo esecutivo siete chiamati ad un ruolo di garanzia. Partiamo con impegni concreti e con grandi idee. Devono tradursi velocemente in azioni concrete. C’è grande attesa per quanto andrete ad investire sul territorio. Sono opere, in molti casi, auspicate e inserite nei documenti di programmazione da decenni.
Per una rigenerazione economica ma anche umana
Parliamo di progetti che creino una vera e propria rigenerazione, non solo in area economica.
Ho usato rigenerazione, non solo ripartenza. Ho scelto un termine che significa “dare nuova vita”. Apriamoci al futuro rispettando la nostra identità, una identità forte di cui essere orgogliosi. Serve un cambio di passo rispetto al passato, quando il Paese ha perso competitività e è passato da una crisi all’altra, senza mai uscirne davvero. Nessuna delle tessere che per decenni hanno composto l’universo economico e sociale, è ancora al suo posto. L’unica cosa che si può fare è reinventarsi ogni giorno, cercando di definire un nuovo futuro. E ci riusciremo solo se lo faremo insieme.
Se guardo ai termini che accompagnano ogni progetto per la ripartenza, penso subito ad innovazione e sostenibilità. Declinare queste sfide – come sta facendo la Lombardia – anche sul nostro comparto significa pensare a una innovazione reale, concreta, che ha effetti sulla vita quotidiana delle persone.
Azioni per sfidare il presente e sostenere il futuro
Guardo agli ultimi mesi. Ci hanno spinto a riflettere (attraverso la privazione che ci è stata imposta) sul significato del vivere insieme. È da lì che occorre ripartire.Pensiamo a una rigenerazione dell’impresa e del lavoro, dell’economia e del territorio che diventano tasselli di un piano di rigenerazione umana. Facciamo usando questa fase mettendo ancora di più le pmi al servizio della qualità della vita, della bellezza, della sicurezza, della sostenibilità. Riconosciamo il valore del settore per valorizzare le relazioni e promuovere il senso della comunità. In questo modo sapremo sfidare il presente e sostenere il futuro.
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