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Denunciano l’accanimento verso il settore
Confcommercio, Cna e Confartigianato, all’unisono, chiedono che parrucchieri, gli acconciatori e centri estetici possano lavorare. Una posizione riassunta in un documento presentato alle Istituzioni locali.
Le Associazioni di categoria sono contrarie alle restrizioni imposte dal Governo, peraltro ancora più severe di quelle adottate negli ultimi mesi.
Un inasprimento che le realtà di rappresentanza ritengono inutile e privo di ogni logica per queste categorie specifiche. Per questo sollecitano tutti i livelli istituzionali a correggere un provvedimento che è, per loro, sbagliato e inaccettabile.
Sonila Drita “In questo modo si favorisce solo l’abusivismo”
“Ci siamo battuti, nel primo lockdown perché venisse messa mano ad un provvedimento discriminante come quello che ha impedito ai centri estetici di lavorare – spiega Sonila Drita, presidente del neocostituito gruppo di Confcommercio Cremona – C’è stato un pronunciamento del Tar che riconosceva queste attività essenziali quanto altre che erano consentite. Ora ci ritroviamo da capo, con una chiusura forzata che è ancora più difficile da accettare perché rasenta l’accanimento verso il nostro settore. Una decisione che non potrà che avere conseguenze negative. In questo modo, infatti, anziché favorire la sicurezza la si rende più fragile, aprendo il fronte all’abusivismo. Non nascondiamo, per questo, la nostra delusione, come imprenditrici e come cittadine. Come Confcommercio, da sempre, siamo per una cultura della legalità e dei diritti. Crediamo nella professionalità, nel controllo rigoroso, nel rispetto di tutti i parametri di attenzione alla persona che il nostro lavoro richiede. E che possono essere garantiti solo nei nostri laboratori. Chiunque, tra i nostri clienti, può garantire che la maggior parte delle norme su salute e sanificazione imposte negli ultimi mesi erano prassi abituale per le nostre professioniste prima che solo si potesse pensare al problema della pandemia. In questo troviamo le ragioni del diritto ad esercitare la nostra professione”.
Andrea Badioni: “Andare oltre il modello (sbagliato) del “più chiusure, più sicurezza”
“Attraverso l’Unione regionale e la Confederazione nazionale, come Confcommercio, chiederemo che si porti il problema del settore a tutti i tavoli di confronto con le Istituzioni. – conferma Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona – e chiederemo la possibilità di lavorare per i centri estetici”.
“Speriamo, ovviamente, che questo lockdown possa concludersi velocemente, che la curva dei contagi permette di ritornare almeno in zona arancione. – rilancia Badioni- Ma resta un problema di fondo: occorre andare oltre il ricorso generalizzato al “più chiusure più sicurezza”, un modello d’intervento rinnovato con l’odierno decreto, ma inefficace e ormai insostenibile per le imprese”. Serve attenzione al fronte economico (e in questo caso non facciamo riferimento ai soli centri estetici ma a tutta la filiera), da tempo in allarme. In questo modo si aumenta ulteriormente il rischio di cessazione definitiva dell’attività di tantissime imprese e di caduta dell’occupazione. Continuano, invece, a tardare i ristori dovuti: mancano indicazioni chiare ed è sempre più evidente che occorrerà decisamente rafforzare la dotazione finanziaria per gli interventi a valere sulle perdite di fatturato”. “Chiediamo un incontro urgentissimo ai rappresentanti della Regione e del Governo – conclude Badioni – per approfondire la questione, per valutare l’impatto economico e sociale delle chiusure e sulle misure ancora attese del decreto ‘Sostegno’. Un decreto che non deve arrivare fuori tempo massimo”
SCARICA IL DOCUMENTO CONGIUNTO DI CNA,CONFCOMMERCIO E CONFARTIGIANATO
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