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dal Governo proclami ma non azioni concrete

La volontà di assicurare credito immediato alle imprese resta, ad oggi, confinata ai proclami del dl “liquidità”. E per le aziende il recupero di risorse per fronteggiare spese che, pur a fronte di nessun introito, hanno continuato ad esserci, resta un problema gravissimo. “Si è trattato dell’ennesimo decreto con scarsa operatività sbandierato ai quattro venti. Ma poi, così come era stato per la moratoria, sono stati emanati provvedimenti che non trovano una concreta applicazione. –  commenta Federico Corrà, presidente di Ascomfidi Cremona – A partire proprio dai mini finanziamenti da venticinque mila euro. Ormai se ne sono accorti tutti”. Anche i non addetti ai lavori nel senso più stretto, come il giornalista cremasco Beppe Severgnini che, sul quotidiano locale, ha scritto che “il prestito alle piccole imprese rischia di diventare un brutto pasticcio”.

Ascomfidi: lo strumento per essere vicini alle imprese

Una criticità che, Confcommercio, prova a superare attraverso il Confidi, da sempre la realtà deputata ad offrire garanzie con le banche per favorire il rilascio di credito. “Quelle che dovevano essere le parole chiave: “per tutti” e “con semplicità” sono lontanissime dalla realtà dei fatti. – conferma Corrà – Penso ai vincoli che impongono al credito di non eccedere il venticinque per cento del fatturato dell’anno precedente. Questo, di fatto, esclude le start up appena avviate, anche quelle che avevano avuto un primo periodo assolutamente positivo e rassicurante.  Anche perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di imprenditori che hanno già investito nell’azienda i loro risparmi e non hanno più accantonamenti, anche personali, da utilizzare ora. Così come limita moltissimo l’accesso a tante realtà di piccole dimensioni. Basta citare, come esempi, molti negozi del comparto della moda, un settore segnato, già prima del Covid, dalla contrazione dei consumi e da nuovi metodi di acquisto, soprattutto online. Ora questa situazione rischia di essere un ulteriore peso che ne blocca la ripartenza”.
“E’ come se tante piccole imprese che (cito De Rita, fondatore del Censis) pagano “una stanchezza che arriva da lontano” oggi fossero lasciate sole, gravate dalle difficoltà del credito ma anche da troppe tasse e un carico di burocrazia non sopportabile”.

Nel decreto troppa burocrazia e mancanza di chiarezza

Burocrazia” che non è rimasta esclusa neppure da questo dl “liquidità”. “Per avere i venticinquemila euro la domanda oscilla tra le dieci e le quindici pagine. –  afferma il segretario generale di Confcommercio Paolo Regina – Si tratta di una procedura barocca, farraginosa e contorta. Bastava, probabilmente, la garanzia dello Stato, evitando il doppio passaggio in Fondo di Garanzia e Sace. Realtà che, sommerse dalle domande, non sanno più come svincolarsi e approvarle. Occorreva eliminare i tanti passaggi intermedi, pensare a un rapporto tra banca e impresa, dal momento che c’è la garanzia al cento per cento del Fondo Centrale”.

Corrà “Da Ascomfidi pacchetti adatti ai nostri imprenditori”

“Ovviamente, come Confcommercio e come Ascomfidi – conferma Corrà -ci siamo attivati ed abbiamo studiato soluzioni utili ai nostri imprenditori. Con la possibilità di personalizzazione del servizio, che nasce da un’analisi sulle effettive esigenze dell’impresa. Poi, insieme, si lavora per ottenere il mutuo. Di fatto, unendo la nostra garanzia a quella del Fondo Centrale, possiamo comunque consentire alle banche di garantire credito senza rischi. Ma possiamo permettere alle pmi di accedere a maggiori risorse con procedure simili a quelle che dovrebbero affrontare per ottenere un microfinanziamento. In questo caso si possono estinguere i mutui in essere ma anche pensare, grazie a una buona liquidità, con concretezza al futuro”.

Regina: “Nessuno deve essere lasciato solo, anche sul tema del credito”

“Tutti i decreti di queste settimane dimostrano che, in Italia, non siamo capaci di realizzare cose semplici ed efficaci. – continua Regina – Ci sono grandi proclami ma poi c’è sempre qualche “granello di  sabbia” che blocca il meccanismo. Mancano, anche sul tema della liquidità, indicazioni chiare. Tra decisioni del Governo, Comitati tecnico scientifici, manager internazionali e squadre di esperti, cabine di regia, si finisce con il complicare le cose. Ci sono grandi enunciati ma si cade nelle applicazioni pratiche. E’ stato così per l’anticipo della cassa integrazione per i lavoratori, per i seicento euro alle partite iva, per la moratoria e ora per i mutui. Sulla fascia fino a ottocentomila euro mancano ancora indicazioni certe per le banche. Per questo è ancora più importante il lavoro delle Associazioni, come la nostra Confcommercio, o dei Confidi che possono superare queste difficoltà. Occorre prendere per mano le aziende e accompagnarle in questa fase”. “Abbiamo sempre detto che nessuno deve essere lasciato da solo – conclude Regina – Il tema del credito è un tassello fondamentale nell’immaginare la ripartenza e, soprattutto, la sopravvivenza delle imprese. Abbiamo messo in campo tutta la concretezza, la professionalità e l’esperienza che ci contraddistinguono. Proprio per questo offriamo “pacchetti” di finanziamento diversificati ed adeguati alle imprese. Quello dei Confidi è un valore riconosciuto anche da Banche e Istituzioni. Ecco perché, ancora una volta, ribadiamo che, insieme, ce la facciamo”.

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