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Merc0ledì 24 giugno (ore 17,30) in diretta web

«L’angelo di Monaco» di Fabiano Massimi è il caso letterario degli ultimi mesi. Il thriller storico, che racconta della morte di Angela Raubal, detta Geli – non una normale ragazza di Monaco ma la figlia di una sorellastra del Führer e forse sua amante – ancor prima della pubblicazione si è guadagnato la traduzione in dieci Paesi ed è stato l’esordio italiano più venduto alla Fiera di Londra dello scorso anno. Il suo autore, Fabiano Massimi, modenese, laureato in filosofia e bibliotecario, consulente delle maggiori case editrice è il prossimo ospite di Giallo a Palazzo.  Mercoledì 24 (alle 17,30), in diretta facebook sulla pagina del nostro quotidiano, racconta questa indagine che nasce (e si sviluppa) mettendo in pagina un evento davvero accaduto. La formula della rassegna, promossa da Confcommercio Cremona e dal quotidiano La Provincia, con il sostegno di Lgh e di Cassa Padana, è sempre la stessa e lo scrittore sarà intervistato da Paolo Regina, direttore artistico oltre che autore per Sem, e dal nostro caporedattore Paolo Gualandris.

Regina: “Se questa storia avesse avuto un finale diverso forse avrebbe potuto segnare la storia del ‘900”

“Pur bellissimo da leggere, perfetto nel susseguirsi della narrazione questo libro è, come dice il suo autore è per il 92% vero e per l’8% frutto della sua fantasia. – introduce Paolo Regina – Non a caso la bibliografia fa riferimento ad oltre ottanta testi. È una pagina di storia davvero interessante, ancorché dimenticata per quasi novant’anni. Probabilmente, se questa vicenda rimasta nascosta così a lungo avesse avuto un epilogo diverso, Angela Raubal avrebbe potuto segnato la storia del Novecento. E questo rende il thriller di Massimi oltremodo affascinante e interessante. Ho incontrato Massimi al Festival Nebbia Gialla di Suzzara. Immediatamente ho deciso che avrei voluto presentarlo anche a “Giallo a Palazzo”. Poi è arrivato il lock down. Ma ora, grazie al web, riusciamo ad averlo nostro ospite”.

Angela Raubal, un mistero nella Germania del 1931

L’angelo di Monaco» è ambientato nel settembre 1931, ovviamente nella capitale della Germania.  Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio. Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote. Un legame che anche nel romanzo presenta aspetti sconcertanti. Quanto c’è di vero? 

Massmi: “Hitler era soggiogato dalla personalità della nipote”

“Naturalmente non ho modo di saperlo – dichiara Massimi –, ma è importante precisare che quanto ho scritto al riguardo viene da fonti pubblicate, in particolare quelle evidenziate nella bibliografia. Che Hitler fosse soggiogato dalla personalità della nipote è stato testimoniato da chiunque abbia avuto la ventura di conoscerli. Il suo dolore dopo il ritrovamento del corpo può essere stato una messinscena, ma i collaboratori e gli amici più stretti parlarono sempre di un uomo finito che meditava il ritiro dalla politica o addirittura il suicidio. Hitler dichiarò più volte che Geli era l’unica donna che avrebbe potuto sposare, ed è noto che la stanza della ragazza divenne una sorta di mausoleo in cui nulla poteva essere toccato, e che nell’ufficio e nelle residenze del Führer doveva sempre essere presente un suo ritratto”. Sauer si trova da subito a indagare, stretto tra chi gli ordina di chiudere l’istruttoria entro poche ore e chi invece gli intima di andare a fondo del caso e scoprire la verità, qualsiasi essa sia. Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, conferma di avere un alibi inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Eppure è proprio questa apparente incontrovertibilità dei fatti a far dubitare Sauer, il quale decide di approfondire. Le verità che scoprirà, così oscure da far vacillare ogni sua certezza professionale e personale, lo spingeranno a decisioni dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania…

E’ un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione

Sullo sfondo di una Repubblica di Weimar moribonda, in cui si avvertono tutti i presagi della tragedia nazista, L’angelo di Monaco è un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal. “Dopo il periodo fascista incontrato con Lucarelli – conclude Regina -, con questo volume torniamo alla prima metà del Novecento. Massimi racconta una Germania lontana e vicina perché, come afferma l’autore, erano anni in cui gli estremismi stavano affilando i coltelli, senza avere la giusta attenzione”. In proposito scrive, dalle colonne del Corriere, Donato Carrisi: “Massimi racconta una realtà storica, ma indubbiamente allo stesso tempo la supera, grazie a ciò che la realtà di per sé non potrà mai avere: qualcuno che se ne faccia cantore. Qualcuno che sia accurato, entusiasta, emozionante, immaginifico narratore”.

 

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