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E’ stato eletto per acclamazione

Andrea Badioni, titolare di un panificio e pasticceria a Casalbuttano, è il nuovo presidente di Confcommercio Cremona. È stato eletto per acclamazione dal consiglio direttivo, riunito martedì sera a Palazzo Vidoni per scegliere il successore di Vittorio Principe che ha deciso di non ricandidarsi. Insieme a lui entrano in Giunta Federico Corrà, presidente dell’Ascomfidi, che ricoprirà il ruolo di vicepresidente vicario, Marco Stanga, presidente del Caf (la società di servizi di cui Confcommercio è socio unico) che oltre alla vicepresidenza avrà – anche in forza del suo impegno nelle Botteghe del Centro – il ruolo di vicepresidente, Cesare De Lorenzi, dirigente nazionale di Federauto e già nell’esecutivo di Palazzo Vidoni, Maura Rastelli, presidente del Gruppo Terziario Donna, e Mario Feraboli che guida il gruppo dei cerealisti.
Badioni, già al fianco degli ultimi tre presidenti, nonostante sia poco più che quarantenne, unisce esperienza ed entusiasmo, senso di appartenenza e voglia di far crescere l’associazione. Valori che sono emersi chiaramente già nel discorso di presentazione della sua candidatura.

Rinnovare la Confcommercio senza rinunciare alla sua identità

Nella sostanza il presidente del gruppo panificatori ha espresso il proposito di rinnovare la Confcommercio senza rinunciare alla sua identità, l’impegno a restituirle la responsabilità di fare da catalizzatore dell’urgenza delle pmi di essere al passo di un mondo che è stato rivoluzionato, anche per l’economia, dallo tsunami del Covid.
“In questi mesi difficilissimi – dichiara – più che mai in passato è stato evidente il nostro sforzo per essere vicini alle imprese, per non lasciare indietro nessuno. È stata una dimostrazione di coesione straordinaria. Da questa occorre ripartire anche per immaginare il futuro. Tutti insieme dobbiamo decidere la linea da seguire e poi metterci al lavoro per raggiungere il traguardo”. “Gli anni di fronte a noi devono essere vissuti da parte nostra con la stessa dedizione e passione civile che le imprese portarono nella loro attività quotidiana, nell’aver saputo resistere – a partire dal 2008 – a crisi economiche e ora sanitarie e nell’aver comunque continuato ad offrire un servizio capace di far vivere le nostre comunità, di garantire lavoro e sviluppo economico”. “C’è bisogno dell’impegno di tutti. – continua – E insieme dovrà cambiare anche noi il nostro modo di fare impresa e di fare rappresentanza.

Mandato che vuole segnare una discontinuità e aprire una nuova stagione

Nel riflettere sul mandato che mi aspetta ho sviluppato la consapevolezza che questo non potrà essere l’ultimo di un’onda lunga di un mondo che non c’è più ma, piuttosto deve essere il primo di una nuova stagione. In questi anni è stato fatto bene. Ma il mondo che viviamo è diverso rispetto a quello di pochi mesi fa e, per questo, alle imprese serve una associazione nuova. Non posso dimenticare la situazione che oggi tutti i colleghi stanno vivendo e non posso non tenerne conto nel decidere di assumere la presidenza di questa comunità, di questa che è la “casa” di tutti i commercianti ma anche delle imprese dei servizi e del turismo”.

Attenzione al territorio, dialogo con le Amministrazioni e con le altre associazioni sono al centro del programma

Badioni, che negli ultimi quindici anni in associazione è stato delegato al territorio, ha confermato dal voler ripartire proprio dalla valorizzazione dei gruppi di rappresentanza per ascoltare e dare voce alle imprese. Ha parlato, con orgoglio, dei distretti del commercio. “Siamo manager di sei distretti che raggruppano cinquantuno comuni – con tutti abbiamo partecipato al bando regionale, con tutti abbiamo ottenuto la premialità prevista per chi presentava un progetto adeguato in tempi ristretti. Porteremo risorse a fondo perduto alle imprese per aiutarle nella ripartenza”. “I distretti ci restituiscono l’importanza della sinergia con le amministrazioni. Solo lavorando insieme si possono far progredire i territori. Occorre portare la nostra esperienza e la nostra volontà collaborativa su tutti i tavoli e sviluppare progetti con la politica, riconoscendo ruoli e competenze di ciascuno, consapevoli che ciascuno può diventare una leva per lo sviluppo”. “Con la stessa attenzione guardiamo al rapporto con le altre associazioni. Il nostro territorio è chiamato a sfide e scelte importanti. Ma non può affrontarle in modo frammentato e disomogeneo. Diversamente saremo i primi ad essere responsabili di un percorso che si fa più duro perché noi stessi tiriamo il freno a mano. Non possiamo permettercelo. E soprattutto non se lo possono consentire le nostre imprese e le nostre comunità”.

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