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Per Corrà l’emergenza non è finita e le imprese non saprebbero come pagare
Resta, quello del credito alle imprese, uno dei temi centrali per la ripartenza. E l’approssimarsi della scadenza – a giugno – delle moratorie sui prestiti bancari, varate per fare fronte alla crisi Covid, (come peraltro evidenziato dal quotidiano) non può che aggiungere ragioni di preoccupazione a chi vede il futuro della propria impresa a rischio. “Quando è stata fissata la moratoria – spiega Corrà, presidente di AscomFidi Cremona – nessuno avrebbe pensato che la situazione di emergenza si protraesse così a lungo. Si ipotizzava che in qualche mese l’economia potesse ripartire. Invece è passato un anno e siamo ancora in una situazione di lockdown. Dodici mesi in cui le aziende si sono ulteriormente indebolite, impoverite e indebitate. Questo perché i ristori non hanno minimamente coperto i costi fissi. Oggi non sono nelle condizioni di poter tornare a rispettare la restituzione dei mutui. Per questo serve un provvedimento urgente, una proroga delle misure di supporto alla liquidità”.
Favorire l’accesso a nuovo credito per poter ripartire
“Ottenere nuovo credito è difficilissimo, rinegoziare i mutui altrettanto faticoso. Invece le imprese avrebbero bisogno di fondi per la spesa corrente e per gli investimenti, per fare innovazione. Se non si immette liquidità nel sistema non si può innescare un ciclo virtuoso di crescita. Questa consapevolezza deve essere chiara ad ogni livello di Governo. Non solo a Draghi e al suo esecutivo. Ma anche l’Europa è chiamata a fare la propria parte”. “Ci sono settori che, forse ancora più di altri sono allo stremo. – rilancia Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona – Penso, solo per citare qualche esempio, a tutte le realtà della ristorazione o, ancora, a quelle legate alla filiera del turismo (dagli alberghi alle agenzie viaggi), o ancora al comparto della moda. Sono una quota non trascurabile del terziario. E, tutte insieme, contribuiscono allo sviluppo del Paese, creano ricchezza e reddito. Chi non capisce che queste aziende sono un patrimonio collettivo guarda al futuro dell’Italia in modo miope. A queste piccole e medie imprese va assicurato il massimo sostegno, anche sul tema del credito”.
Da Ascomfidi un progetto per il credito diretto
“Siamo consapevoli delle difficoltà del momento – conferma Federico Corrà – Per questo, come sistema dei Confidi lombardi, proprio nelle scorse settimane, abbiamo rilanciato il progetto del “Credito diretto”. Si tratta di finanziamenti (fino a 30mila euro per le spese correnti e a 50mila per gli investimenti) che possiamo erogare in modo diretto, senza passare dagli Istituti bancari. E ovviamente il preammortamento è di dodici mesi, cioè la prima rata del mutuo viene pagata un anno dopo che il finanziamento è stato concesso. Voglio rimarcare che con le banche non c’è nessun antagonismo, al contrario, vogliamo condividere in una proficua collaborazione la responsabilità di essere al fianco del tessuto imprenditoriale del territorio e aiutarlo a ritrovare fiducia nel futuro. Siamo ugualmente consapevoli che, da solo, il nostro progetto non risolve il problema.
Ciascuno faccia la sua parte, si deve condividere l’obiettivo di far ripartire l’Italia
Ma può comunque rappresentare una opportunità anche per quelle imprese che vogliono ristrutturare un credito, magari migliorando le condizioni per la restituzione del capitale. Non è il momento delle divisioni, non possiamo permettercelo. Va condivisa una unica sfida: quella della ripartenza. E noi di Ascomfidi decliniamo questo impegno nel comparto che, da sempre ci vede impegnati, garantire credito alle imprese alle migliori condizioni possibili”.
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