
Comunicazione del Comune per prepararsi alla introduzione della tassa
Dichiarazione di Alessandra Cattaruzzi, presidente Federalberghi Confcommercio Cremona
Come è possibile che, nella stessa giornata, si imponga (più o meno apertamente) un nuovo lock down e si invii alle strutture della ristorazione una comunicazione che sottintende chiaramente la reintroduzione della “tassa di soggiorno”? Una mail dove si dimentica che, per le strutture dell’accoglienza, la ripartenza non è mai avvenuta, che i “grandi eventi dell’autunno” sono completamente cancellati (da quelli legati alla Fiera fino alle iniziative dedicate alla musica e alla liuteria) con un danno economico che ha rischia di portare numerose imprese alla chiusura. Siamo indignati da chi, invece di prendere atto della situazione, scrive, nel documento di “numerose iniziative per vivacizzare la città e aumentarne l’attrattività”. E cita, come esempio “Il recentissimo riscontro che abbiamo avuto partecipando al TTG di Rimini, il principale marketplace del turismo b2b in Italia”, che – si legge nel documento – “ha confermato l’interesse per Cremona sia da parte di tour operator che vogliono differenziare e arricchire le loro proposte per la clientela italiana, sia di quelli esteri che vogliono soddisfare le esigenze di una clientela VIP che ricerca proposte esclusive e prestigiose”.
Ignorata la contrarietà degli operatori
Come abbiamo già scritto al Sindaco e all’Assessore Manfredini, per pensare al rilancio della città (quando sarà possibile), occorre – anche – essere vicini alle imprese della accoglienza, evitare di appesantirle con ulteriore burocrazia (che ha comunque un costo), aiutarle anche con una politica di contenimento dei prezzi. Perché con buona pace dell’Assessore le nostre imprese non vivono sulla clientela vip ma piuttosto si chi, a Cremona, arriva per esigenze di lavoro e sceglie (anche a costo di spostarsi di qualche chilometro) le soluzioni di alloggio a minor prezzo. Bloccare la “tassa di soggiorno” significa capire che mai come ora, si devono superare le logiche solo economiche. Sono gli stessi valori e lo stesso senso di appartenenza alla comunità che hanno spinto tutte le nostre strutture a riaprire pur sapendo che, egoisticamente ed economicamente, sarebbe stato più conveniente non farlo (almeno in questa fase). Come Federalberghi abbiamo voluto, pur con enormi sacrifici, che Cremona restasse una città accogliente ed ospitale. Abbiamo pensato ai nostri alberghi come ad un patrimonio, che (prima che nostro) è della comunità e dei visitatori che arrivano qui sul nostro territorio. E come tale va protetto. Un patrimonio che, in mancanza di interventi urgenti e ad ogni livello, ma anche di visione e capacità di analisi delle difficoltà che dobbiamo affrontare, rischia di essere velocemente depauperato.
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